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ecografia ginecologo gynaecology ultrasound
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ECOGRAFIA GINECOLOGICA

 L’ecografia ginecologica è un esame ecografico non invasivo dell’apparato genitale femminile interno (utero e ovaie). Viene generalmente utilizzata come supporto alla visita ginecologica. Si applica inoltre nell’identificazione  di condizioni anatomiche a rischio oncologico (ad esempio masse ovariche), condizioni anatomo funzionali (infertilità, disturbi ciclo mestruale o in menopausa) e per il monitoraggio post chirurgico.

 

L’ecografia ginecologica può essere effettuata tramite due approcci: 

 

  1. Ecografia trans-vaginale: la paziente è sdraiata ed ha appena svuotato la vescica. Si introduce una sonda all’interno della vagina coperta da un coprisonda monouso. L’immagine ecografica dell’anatomia è proiettata su uno schermo che la paziente può eventualmente visualizzare. Questa modalità d’esame, sebbene più fastidiosa (ma non dolorosa), rappresenta  la modalità di effettuazione più indicata nella maggior parte delle condizioni cliniche in quanto garantisce una migliore visualizzazione dell'apparato genitale ed una migliore risoluzione dell'immagine.

  2. Ecografia trans-addominale:  dopo aver adeguatamente riempito la vescica (bevendo una bottiglietta di acqua) si appoggia la sonda sull’addome. La qualità dell’immagine è ridotta per una questione di penetranza degli ultrasuoni attraverso la parete addominale. Inoltre alcune condizioni quali obesità, parete addominale ispessita o meteorismo intestinale (gas nell’intestino) possono aumentare ulteriormente l’impedenza acustica agli ultrasuoni riducendo ulteriormente la qualità dell’immagine. Questa metodica si utilizza per quesiti diagnostici specifici (ad esempio voluminose masse addominali)  o nel caso in cui non sia possibile eseguire l'esame per via transvaginale.

 

L’esame ecografico ginecologico, può essere eseguito in ogni momento del ciclo mestruale o in menopausa anche se in determinati casi può esserci l’indicazione ad eseguirlo in una particolare fase del ciclo.

 

L’ecografia ginecologica ha dei limiti. Ad esempio nel 10% circa degli esami ecografici l’endometrio (porzione interna dell’utero, quella che si sfalda durante ogni ciclo mestruale) non sarà visualizzabile. Nella post-menopausa è possibile non riuscire ad evidenziare le ovaie in quanto queste tendo ad atrofizzarsi e ad essere “perse” tra le anse intestinali. L’accuratezza dell’ecografia ginecologica, anche se condotta nelle migliori condizioni operative, non è assoluta (cioè esistono casi falsamente negativi e falsamente positivi) e, sebbene l’ecografia transvaginale sia una metodica accurata nella diagnosi differenziale fra tumefazioni benigne e maligne, l’impiego di tale esame nello screening delle neoplasie ginecologiche non è attualmente supportato da dati scientifici validi. In tutti i casi, l’ecografia non consente di escludere sempre con certezza una patologia a carico dell’utero o delle ovaie. 

 

Talvolta può essere utile ripetere l’esame a distanza di tempo, al fine di valutare l’evoluzione degli aspetti rilevati o integrare i risultati con quelli di altre metodiche di diagnostica per immagine (TAC, risonanza magnetica). Allo stesso modo può essere necessario eseguire degli esami del sangue o una isteroscopia diagnostica per avere un quadro più completo o confermare un sospetto diagnostico. 

 

E’ indicato eseguire una ecografia di screening annuale sia nelle donne fertili che in postmenopausa come completamento della visita ginecologica.

 

Fonti e bibliografia

 

Linee guida SIEOG 2015

Tratto da informative all'ecografia della SIEOG

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